È un po' che ci balena nella mente una domanda: ma tutti noi, aziende/professionisti/neolaureati, sappiamo cos’è un tirocinio? Abbiamo contezza delle statistiche sull’impiego dei tirocinanti, le leggi che lo governano?
Il tirocinio è un periodo di orientamento e di formazione, svolto in un contesto lavorativo e volto all'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, ma non si configura come rapporto di lavoro. I tirocini possono essere suddivisi in due macrotipologie:
tirocini curriculari sono destinati ai giovani inseriti in un percorso formale di istruzione o formazione e finalizzati ad arricchire ed integrare il processo di apprendimento e formazione mediante un’esperienza diretta del mondo del lavoro;
I tirocini extracurriculari sono finalizzati ad agevolare le scelte professionali dei giovani tramite un periodo di formazione in un ambiente produttivo e quindi con la conoscenza diretta del mondo del lavoro.
Visti gli obiettivi dei tirocini extracurriculari, ovvero favorire l’occupabilità dei giovani, i destinatari degli stessi, per la gran parte delle Regioni, sono i laureati che hanno conseguito il titolo da non oltre un anno. La durata del tirocinio non deve essere inferiore a due mesi né eccedere i due anni; ad eccezione del tirocinio attivato per attività stagionali.
Il numero massimo di tirocinanti ospitabili contemporaneamente in una azienda varia in base al numero di lavoratori a tempo indeterminato, determinato o in somministrazione in forza assunti in azienda, fatta eccezione per gli apprendisti. Ogni azienda può quindi ospitare:
1 tirocinante: da 0 a 5 dipendenti
2 tirocinanti: da 6 a 20 dipendenti
non più del 20% dell’organico: da 21 dipendenti in su.
Le stime ci dimostrano che in pochi anni in Italia i tirocini extracurriculari sono quasi raddoppiati. Dal 2012 al 2016 il numero di stage in azienda è cresciuto del 71,7%. Nei primi sei mesi del 2017 sono stati attivati 186.001 tirocini, circa cinquecento in più di quelli avviati in tutto l’arco del 2012 (185.513).
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