L’evoluzione storica dell’industria:
La prima Rivoluzione industriale avvenuta alla fine del 18° secolo riguardò l’utilizzo di macchine azionate da energia meccanica e l’introduzione della potenza vapore per il funzionamento degli stabilimenti produttivi.
La seconda Rivoluzione industriale, compresa tra gli anni 1856-1878, invece, fu caratterizzata dall’impiego dell’elettricità e dall’introduzione di nuovi composti chimici, alcuni di questi derivati dal petrolio, nella lavorazione dei prodotti all’interno delle fabbriche; si definì la catena di montaggio e la produzione di massa.
La terza Rivoluzione industriale si ha nei primi anni ’70 dello scorso secolo ed è caratterizzata dall’utilizzo dell’elettronica e dell’informatica per automatizzare ulteriormente la produzione utilizzando robot industriali e computer.
La quarta Rivoluzione industriale inizia con la fiera di Hannover in Germania nel 2011 ed ha lo scopo di automatizzare completamente ed interconnettere le fabbriche utilizzando macchine intelligenti, interconnesse e collegate ad internet.
Il significato del termine Industria 4.0:
Con “Industria 4.0” si intende un modello di produzione e gestione aziendale. Secondo una definizione che ne dà il Mise, gli elementi che caratterizzano il fenomeno sono «connessione tra sistemi fisici e digitali, analisi complesse attraverso Big Data e adattamenti real-time». In altre parole: utilizzo di macchinari connessi al Web, analisi delle informazioni ricavate della Rete e possibilità di una gestione più flessibile del ciclo produttivo. Le tecnologie abilitanti, citate sempre dal Mise, spaziano dalle stampanti 3D ai robot programmati per determinate funzioni, passando per la gestione di dati in cloud e l’analisi dei dati per rilevare debolezze e punti di forza della produzione.
Le fasi di un qualsiasi modello di analisi iniziano con il raccogliere i dati dal mondo reale, convertirli in formati compatibili con il sistema di calcolo ed effettuare un pre-processing al fine di normalizzare, strutturare, classificare i dati e agevolarne l’analisi. Uni in Strada ha voluto approfondire le potenzialità di uno di questi software: Wolfram Mathematica in collaborazione con il suo distributore italiano ADALTA.
Le caratteristiche fondamentali del modello italiano:
Basandosi sulle linee guida del Governo italiano che intende operare in una logica di neutralità tecnologica, ovvero avere un approccio flessibile alle diverse tecnologie a disposizione, ed intervenire con azioni orizzontali e non settoriali, le caratteristiche del settore industriale riguarderanno:
Pochi grandi player privati industriali e ICT in grado di guidare la trasformazione della manifattura italiana
Limitato numero di capi filiera in grado di coordinare il processo evolutivo delle catene del valore.
Sistema industriale fortemente basato su PMI.
Ruolo chiave di prestigiosi poli universitari e centri di ricerca per sviluppo e innovazione.
Forte connotazione culturale dei prodotti finiti.
I dati e le prospettive future:
L’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano evidenzia che l’emergenza Covid è stata affrontata in modo più efficace dalle aziende che già avevano investito e sperimentato tecnologie digitali e connessione. L’Osservatorio fotografa un mercato industria 4.0 da 3,9 miliardi di euro in crescita del 22% nel 2019, le cui soluzioni sono utili nel new normal, per il quale si prevede però un rallentamento. Secondo l’indagine tutto procederà come prima per il 46% delle imprese, mentre il 27% posporrà il 20% degli investimenti, il 12% posporrà il 50% e il 15% li rimanderà in toto.
Nel futuro il maggior beneficio che si può trarre dalle industrie 4.0 è il potenziamento dell’uomo visto da un lato come cliente soddisfatto grazie all’utilizzo di un prodotto intelligente, dall’altro come lavoratore qualificato, più produttivo e capace di creare valore in fabbrica, grazie alla collaborazione con robot e sistemi intelligenti; soprattutto per le PMI che generalmente non si rivolgono direttamente ai clienti finali.
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